Teoria della Complessità e Multidisciplinarità: Il Magic Point

Complessità e Multidisciplinarità: il Magic Point

 

Le aziende stanno cominciando ad assumere la complessità dei sistemi biologici.
E a quel punto sfuggono al nostro controllo

(K. Kelly)

 

A ) Le Organizzazioni e la Complessità … collocarsi sulla Soglia del Caos

Viviamo in un mondo in cui la complessità può essere considerato il vero fattore comune di ogni sua espressione, incluse le realtà organizzate (così come, in fondo, la vita di ciascuno di noi).

La Teoria della Complessità è caratterizzata da una profondità e articolazione non illustrabili in questo ambito.

Non possiamo però non sottolineare come essa costituisca un riferimento anche nella guida delle Organizzazioni (ed uno dei capisaldi – il primo! – nell’approccio Management by Magic); per tale ragione vogliamo condividerne qui giusto alcune intuizioni (utili approfondimenti si possono trovare nel volume Management by Magic).

Basandoci sull’illuminante enunciazione di Adam Kahane, possiamo individuare tre ‘espressioni’ della complessità nelle Organizzazioni:

  1. Complessità Dinamica: causa ed effetto sono distanti nel tempo e nello spazio
  2. Complessità Sociale: gli attori sono diversi e ognuno è portatore di suoi interessi e visuali
  3. Complessità Generativa: viviamo in un’epoca attraversata da modelli dirompenti di innovazione e cambiamento.

Queste tre tipologie di complessità agiscono oggi contemporaneamente (e, pertanto, con effetti reciprocamente rafforzativi), ecco perché la sfida che le Organizzazioni sono chiamate a fronteggiare è delicata.

Il modo corretto però per affrontare questa sfida è considerarla un’opportunità, la più grande delle opportunità!

La complessità non si evita, si ‘vive’.

Le Organizzazioni (ma vale anche per gli Individui) capaci di rinnovarsi continuamente, di essere sempre un passo avanti alle altre, di guidare e ispirare il cambiamento tra i diversi attori, di massimizzare la Dimensione delle Possibilità sono quelle che si ‘collocano’ sulla Dimensione nota come soglia del caos:

  • Non quindi nelle parti statiche del Sistema, dove regnano solo le operations, i tecnicismi, le strutture,le procedure, la prevedibilità, dove non c’è evoluzione, dove la sfida competitiva si gioca continuamente sull’imitazione e su miglioramenti incrementali, presto però imitati dai competitors.

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  • Né nelle parti caotiche del Sistema, dove tutto è caos, indeterminatezza, disordine, turbolenza, con nessuna possibilità di gestione e guida del Sistema

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  • Bensì, come detto, in quella particolarissima dimensione nota come soglia del caos, dove la complessità è in grado di esprimersi al meglio, dove la prevedibilità cede il passo alle possibilità; una dimensione in cui l’Organizzazione è vitale, apprende, evolve, innova, si rigenera, in cui le persone e le Organizzazioni sono permeabili al cambiamento, un cambiamento non semplicemente gestito ma guidato e ispirato in prima persona.
    I sistemi complessi sono sistemi aperti, adattivi, con una fitta rete di connessioni.

 

Ecco come alcuni autori descrivono la Complessità e la soglia del caos:

Tutti questi sistemi hanno invece acquisito la capacità di conciliare ordine e caos in un particolare stato di equilibrio. In tale punto di equilibrio – spesso definito ‘margine del caos’ – i componenti di un sistema non raggiungono mai una posizione stabile e tuttavia non si dissolvono nella turbolenza. Il margine del caos è là dove la vita ha abbastanza stabilità da sostenersi e creatività sufficiente da meritare il nome di vita. Il margine del caos è dove nuove idee e genotipi innovativi erodono senza tregua i confini dello status quo, e dove persino la vecchia guardia meglio trincerata sarà infine capovolta. …
Il margine del caos è il campo di battaglia perennemente in bilico tra inerzia e anarchia, l’unico luogo in cui un sistema complesso può essere spontaneo, adattivo e vivo”.
Morris M. Waldrop, Complessità. Uomini e idee ai confini tra ordine e caos (Instar Libri, 2002)

Parola d’ordine della complessità non è predicibile o non predicibile, ma possibile. Ci sono moltissimi eventi che sono possibili – non tutti, comunque, perché la complessità ha sempre a che fare con un mix di determinismo e caso. Solo alcuni di essi si realizzano. Non possiamo dire a priori quali. La complessità, all’orlo del caos, è lo spazio delle possibilità”.
Alberto F. De Toni e Luca Comello, Prede o ragni (Utet 2005)

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E’ sulla soglia del Caos che possiamo trovare la migliore risposta alle tre espressioni della complessità prima ricordare:

  1. Complessità Dinamica > Sistem Thinking … e non è un caso che il Sistem Thinking (insieme alla Learning Organization) rappresenti il secondo caposaldo di Management by Magic
  2. Complessità Sociale > Leadership partecipativa e Dialogica (un altro dei capisaldi Management by Magic)
  3. Complessità Generativa: Approcci Creativi (il focus di Management by Magic!: basta visionare le nostre pagine dedicate alla creatività, per comprenderne la portata!).

 

B)… Multidisciplinarità: il Magic Point

La soglia del caos può innalzare esponenzialmente la sua forza generatrice e vitale, e moltiplicare il suo impatto, se si fondono i corretti approcci allo complessità con la multidisciplinarità, ossia passare dalla soglia del caos di un singolo sistema all’intersezionedi soglie del caos di campi diversi: il Magic Point!

Più campi/sistemi, ciascuno con la sua soglia del caos, che entrano in intersezione proprio sulle rispettive soglie!: così nasce il Magic Point!

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Impostare la propria vita e quella delle Organizzazioni in questa dimensione (il Magic Point) dovrebbe essere l’obiettivo di chiunque!

[Il termine “intersezione” si deve a Frans Johansson ed i suoi studi sulla multidisciplinarità come fattore in grado di moltiplicare le possibilità. Management by Magic ha messo in correlazione quindi teoria della complessità con multidisciplinarità]

 

Magic Point!!

Il Magic Point è una zona di intersezione di campi diversi …

… Intersezioni:

> non tra le parti statiche del sistema: contaminazioni queste non in grado di fornire alcun reale valore aggiunto, ma solo curiosità e poco più, intersezioni che al più concedono accostamenti tecnici, operativi o terminologici
> non tra quelle caotiche
> bensì intersezioni di campi diversi sulle loro rispettive soglie: il Magic Point!

In questa Dimensione:

  • tutti i campi hanno caratteri di fondo comuni
  • tutti i campi si esprimono al meglio
  • è possibile un autentico accrescimento di ciascuno dei campi che entra in contatto, nella logica della bi-contaminazione!

Nel Magic Point non c’è spazio per accostamenti banali tra campi diversi (che non generano alcun vero e reciproco accrescimento), nel Magic Point non c’è spazio per contaminazioni superficiali (in realtà, false contaminazioni).

Nel Magic Point si può generare un valore unico, dalla forza, dalle potenzialità e dalla portata ineguagliabili.

Estratto dal libro “Management by Magic”:

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C) Management by Magic e Theory U

C’è un ulteriore fattore determinante sul Magic Point: la capacità di connettersi con lo spazio di ispirazione più profondo (sia per Individui, sia per team, sia per Organizzazioni), dal quale innovare dal futuro che vuole emergere. E’ la capacità di rispondere a due fondamentali domande: Chi sono Io? Qual è il mio Ruolo? (domande valide per Individui, Team e Organizzazioni. Si notino le iniziali maiuscole nelle parole “Io” e “Ruolo”).

E’ qui che Management by Magic si fonde con Theory U, il terzo caposaldo!

Pensate dunque alle potenzialità del Modello Management by Magic, fusione di tutti questi approcci (per gli approfondimenti, non resta che scoprire gli altri capisaldi)!

In fondo, una Learning Organization (per la quale vi invitiamo a visionare la pagina del secondo caposaldo) è caratterizzata proprio dalla sua capacità di continuare a collocarsi con efficacia e nel tempo sul Magic Point!

Management by Magic è un Modello che fornisce tutti gli strumenti metodologici per realizzare ciò: nelle pagine Il Modello potrete scoprire il set di approcci, tecniche, metodologie.