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Cinque foglie per cinque brevi lezioni sulle Cinque Competenze basilari del leader. [Lettura in 5 minuti]

Cinque foglie per cinque brevi lezioni sulle Cinque Competenze basilari del leader. [Lettura in 5 minuti]

Rino Panetti

Aprile 2nd, 2018

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Quali sono le “competenze” basilari di un leader moderno? E queste, si possono descrivere utilizzando le immagini di cinque foglie?
Naturalmente, si tratta di una domanda (la prima) alla quale è possibile fornire innumerevoli risposte, a seconda della visuale che di volta in volta si adotta.
Eppure, pur consapevole di questo evidente limite, condivido con voi la risposta che meglio mi soddisfa.

Trenta secondi per il contesto:

Come detto, rispondere a quella domanda richiede innanzitutto di chiarire il contesto all’interno del quale si inquadrerà la risposta. Cercherò di farlo in trenta secondi:
la leadership che mi interessa è quella che possiamo definire “leadership creativa” (tema che sviscero nel mio ultimo libro e sul quale non mi soffermo qui). Uno dei pilastri che pongo alla base della leadership creativa è l’Apprendimento.
Oggi vincono le organizzazioni (e le persone) che sanno apprendere meglio e più velocemente delle altre.
Apprendere profondamente le dinamiche del contesto esterno, quelle del proprio team, quelle individuali.
Il leader deve creare le condizioni per generare questo Apprendimento continuo e profondo in sé e nei propri team. Il leader come architetto dell’imbarcazione, più che come timoniere.
Per far questo, le cinque “competenze” basilari sono quelle individuate da Peter Senge: sono Cinque DISCIPLINE che vanno sviluppate TUTTE e in modo INTEGRATO, per conseguire risultati duraturi e solidi.
Nel prossimo paragrafo proverò a descrivervi queste Cinque Discipline in soli cinque minuti. Per farlo seguirò un modo insolito: raffigurerò ciascuna delle cinque Discipline con una particolare immagine relativa alle foglie; è il mio modo per allenarmi al pensiero creativo in ogni attività e in ogni occasione (ma questo può essere il tema di altri filoni di riflessioni).
Buona lettura

Cinque Foglie per le Cinque Discipline della leadership creativa

1) Modelli Mentali:
Un carattere importante nell’Apprendimento di cui stiamo parlando è la capacità di riconoscere i propri modelli mentali (propri e del proprio team). Sono questi, infatti, quelli che instradano i nostri comportamenti.
Con i modelli mentali noi facciamo come quella formica: li portiamo sempre con noi e appesantiscono il nostro cammino, il nostro modo di vedere. Invece ogni tanto dovremmo toglierceli dalle spalle e guardarli, e mostrarli anche agli altri. Questo rappresenta un decisivo passo per apprendere profondamente. Riconoscere in base a quali modelli mentali stiamo guardando il mondo e agendo.

2) Padronanza Personale:
In questa immagine le foglie stanno cadendo oppure stanno salendo, portate in alto dal vento?
Sono i due modi con cui possiamo affrontare il gap che c’è tra Visione (uno stato futuro, desiderato e ben individuato. Un obiettivo chiaro e sfidante da perseguire) e la Realtà Corrente.
Questo gap costituisce una tensione: la tensione creativa è quella che ci porta a spostarci dalla realtà corrente alla visione (tensione positiva).
Ma c’è una tensione opposta, quella emotiva, che ci porta al percorso contrario: la paura di non farcela, il senso della sfida troppo alta, l’ansia e il timore, possono spingerci ad abbassare la visione verso la realtà corrente (le foglie che cadono).
Da cosa dipende quale delle due opzioni si verificherà? Dal modo in cui riusciremo a vedere la realtà corrente: la chiave è vederla con occhi di verità e trovare in essa i semi positivi per spingerci verso la visione. La tensione emotiva è nella realtà corrente, è il modo in cui noi vediamo questa. La tensione emotiva non ci dice nulla della realtà, ma solo del modo in cui la stiamo vedendo.
Ecco perché la maggior parte dei  corsi incentrati solo sulla visione sono incompleti: occorre insegnare (e imparare) a vedere anche la realtà corrente come leva!

3) Team Learning:
Il team building è utile per risolvere problemi, anche ostici. Il brainstomirng, ad esempio, può essere molto efficace (se ben condotto) in tal senso. Il team building (che non è team learning) è convergente.
Ma una seduta di brainstorming può essere efficace anche senza che le persone che vi partecipano conoscano profondamente i pensieri degli altri, le radici di tali pensieri. Lo stesso avviene per altre efficaci metodologie come il World Café, ad esempio.
Il Team Learning, invece, è qualcosa di più profondo. E’ pervenire a una conoscenza profonda dei pensieri di ciascuno e di cosa li guida. Nel Team Learning l’obiettivo primario non è il consenso ma la consonanza. Nel team learning il disaccordo è una risorsa: quando ci troviamo in presenza di un tale team, non si corre il rischio che le diversità di opinioni diventino terreno di conflitto sterile e distanza, perché si ha la capacità di indagare su cosa c’è dietro tali diversità, cosa le genera.
I pensieri sono le foglie. Con il Team Learning si finisce per vedere il flusso sottostante che muove quelle foglie. Si tratta di una chiava basilare per l’apprendimento di gruppo e per il cambiamento. Senza questa, c’è solo reazione superficiale.
Nel Team Learning, non sono le parti che danno il tutto, ma il tutto che riorganizza le parti.

4) Visione Condivisa:
Si ha visione condivisa quando la visione dell’Organizzazione si sposa con le visioni individuali dei componenti dell’Organizzazione. In tali casi siamo di fronte a una Visione che potremmo definire “frattale”: è quella del sistema nel suo complesso e quella dei suoi componenti.
Una tale visione diventa così forza creativa (ricordate?…il tema da cui sono partito era quello della leadership creativa), perché ognuno nel team sarà motivato a fare il possibile per realizzare la visione dell’Organizzazione: realizzando questa, si contribuisce anche a realizzare la propria, personale visione.
La Visione Condivisa (rafforzata dalle altre quattro competenze) è la chiave per generare vera co-creazione.

5) Pensiero Sistemico:
Il pensiero sistemico è la “quinta Disciplina”, quella che tiene unite tutte le altre.
Avere visione sistemica significa riconoscere le interconnessioni tra le varie componenti della realtà che ci interessa e comprendere quindi i possibili effetti di un’azione sia lontano nel tempo sia lontano nello “spazio” (ossia in altre parti del sistema stesso), effetti che possono essere anche di segno contrario rispetto a quello desiderato o a quello riscontrabile nel breve periodo e/o a livello solo locale.
Una caratteristica del pensiero sistemico risiede nella capacità di vedere le relazioni circolari e non lineari di molti fenomeni; come dice Senge, “La realtà è fatta di circoli ma noi vediamo solo linee rette”.
Una filastrocca francese ci aiuta a ben comprendere  un altro carattere del pensiero sistemico: in uno stagno c’è una ninfea. Solo una. Ma ogni giorno il suo numero raddoppia. Ci vogliono 30 giorni per riempire lo stagno. Ebbene, pensateci: fino al ventottesimo giorno nessuno si accorge di ciò che sta per accadere; poi, il ventottesimo giorno, se vi chiedessi quanto tempo abbiamo ancora per evitare il disastro, l’unica risposta sarebbe: “Troppo tardi! Oramai abbiamo solo un giorno!”. All’improvviso, infatti, l’ultimo giorno lo stagno si riempie.
E’ un fenomeno che accade spesso anche nelle Organizzazioni, nel pianeta (pensiamo solamente agli impatti ambientali), nelle nostre vite: le cose precipitano prima che possiamo rendercene conto: non siamo capaci di vedere l’intero Sistema, non siamo capaci di Apprendere (spesso, prima che sia troppo tardi).

Ec…citazioni finali, sfogliando
Questo articolo nasconde al suo interno piccoli indizi per scoprire le interazioni tra le Cinque Discipline ora viste.
Ho scelto quelle cinque immagini proprio perché contengono rimandi ai collegamenti tra esse…ma per questo lascio a voi il piacere della scoperta.
Solo come esempio, ecco una delle possibili interazioni.
La formica con la sua foglia: un’immagine che ho usato per i Modelli Mentali…ma non potrebbe anche raffigurare il concetto “Datemi una leva e vi solleverò il mondo” e, quindi, costituire l’emblema del pensiero sistemico? Toccare il sistema nel punto giusto (tempo e luogo) per avere il massimo effetto… A voi a questo punto il piacere della scoperta delle altre possibili interpretazioni… e, se volete, fatemi sapere le vostre scoperte! Scrivetemi pure a r.panetti@libero.it

Se le Cinque Discipline rappresentano le competenze basilari del leader moderno, quale il percorso che egli deve compiere? Il percorso ha la forma di una U ed è quello descritto dalla “meta metodologia” nota come Theory U.
Un leader deve saper fondere le competenze e il percorso. Tutto ciò rappresenta un portentoso impianto metodologico, di approccio, di pensiero e di azione che non può essere ignorato. Da questa primaria esigenza è nato il mio ultimo libro.

Rino Panetti

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