Creatività, Innovazione, Leadership, Persone

E voi, quando la fate? L’Analisi S.W.O.T. ai tempi della Iso 9001, tra miti, errori e opportunità [Lettura 2 min]

E voi, quando la fate? L’Analisi S.W.O.T. ai tempi della Iso 9001, tra miti, errori e opportunità [Lettura 2 min]

Rino Panetti

Marzo 10th, 2019

0 Comments

L’analisi S.W.O.T. (in breve: si tratta della schematizzazione – in una tabella 2×2 – di Puti di Forza, Debolezze, Minacce e Opportunità di un’azienda. “SWOT” è l’acronimo delle corrispondenti quattro parole inglesi) sta vivendo una seconda giovinezza. Lo deve in larga parte all’ultima revisione della Iso 9001, la quale richiede alla Direzione di analizzare il contesto in cui l’azienda opera e comprendere rischi e opportunità strategiche (oltre che operative).
E così, eccola la risposta documentale e i passi (ho assistito a fiumi di consulenti e Responsabili Qualità formarsi su questo negli ultimi quattro anni):

1°- Si analizza il contesto, interno e esterno

2°- Si evidenziano – grazie all’analisi SWOT – minacce, opportunità, punti forti e deboli

3°- Si perviene alle strategie conseguenti, ai piani di miglioramento e di implementazione.

Sembra suonare bene, no?
Probabilmente sì, se il nostro focus è sul miglioramento incrementale, operativo.
Il fatto è che spesso trovo presentata questa analisi come chiave strategica per arrivare a comprendere quali direttrici strategiche intraprendere il prossimo anno. E qui, francamente, ci siamo molto meno.
L’analisi Swot è utilissima, ma va condotta al momento giusto affinché possa produrre i suoi effetti.
Quando affrontiamo la pianificazione strategica, anticipare troppo l’analisi Swot rischia letteralmente di non aprire le finestre di opportunità, ci farà cadere sempre poco più in là di dove siamo ora. Piccolo cabotaggio.

Qual può invece essere un approccio potenzialmente migliore?

 Eccolo:

1° Partire dal definire la Practical Vision: dove vogliamo essere tra 3-5 anni. Attenzione!: non “cosa potremmo fare tra 3-5 anni” (questo è in genere l’output delle analisi Swot), ma cosa veramente vogliamo essere!

2° Approfondire le Contraddizioni Sottostanti presenti nella realtà corrente, che possono ostacolare o bloccare la Practical Vision

3° Individuare le Direzioni Strategiche, necessarie per superare le Contraddizioni e dirigersi verso la Practical Vision

4° Sviluppare l’analisi SWOT per comprendere e approfondire meglio le Direzioni Strategiche

5° Definire i Piani di Implementazione delle Direzione Strategiche (piani che tengono conto anche dei risultati dell’analisi SWOT condotta).

Spero si noti la differenza e il diverso valore dell’analisi SWOT nelle due sequenze di steps sopra presentate.
Ma allora, perché invece questo secondo approccio è così poco praticato, soprattutto nelle aziende impegnati nei loro processi di certificazione Iso?
Perché, ancora una volta, il più delle volte releghiamo la “Qualità” a strumenti, tecnicismi, metodologie…e l’analisi Swot è uno strumento, uno dei tanti.
Quello che dimentichiamo o volutamente ignoriamo è il concetto di “Sistema”. La chiave dei Sistemi Qualità è nella parola “Sistema”.
La seconda sequenza propostavi è frutto di un’analisi sistemica al processo di innovazione, di visioning e di change management. La prima sequenza è invece guidata dagli strumenti (come fare l’analisi di contesto, la Sowt analysis, ecc.).

Il “piccolo” segreto

In conclusione di questo articolo, svelo un “piccolo” segreto: la seconda sequenza che vi ho proposto è quella proposta da un’importante metodologia di change management, rispetto alla quale mi onoro di essere tra i pochi italiani qualificati (con un percorso culminato con una travolgente sessione formativa di quattro giorni a Bruxelles).
E’ una metodologia sistemica, partecipativa, creativa.
Ho la fortuna di applicarla, proprio in questi mesi, in tre importanti aziende (due delle quali autentici colossi italiani)
Se volete saperne di più, non dovete fare altro che chiedere!

Rino Panetti

Comments are closed.