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La cosa più importante da fare nel vostro prossimo viaggio, per la creatività e benessere [lettura in 3 min]

La cosa più importante da fare nel vostro prossimo viaggio, per la creatività e benessere [lettura in 3 min]

Rino Panetti

Maggio 4th, 2018

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Chi frequenta i social, in questo periodo ricomincia ad accorgersene: sta tornando il periodo estivo, con il suo carico di viaggi, vacanze, ferie…e foto. Foto di qualsiasi cosa, postate a ritmo compulsivo, ogni attimo fermato, con il suo contorno di sorrisi e pose.
Me lo chiedevo già ai tempi delle macchine fotografiche con i rullini: fermare quegli attimo…come? Per cosa? Per chi? Con quale valore?

Cinque anni fa spinsi la domanda un passo oltre: ma di tutte le mie foto di viaggi, quante torno a vedere? Quante mi suscitano ancora emozioni e, nel caso, quanto ancora intense?
E infine, la domanda delle domande: c’è un modo migliore per rinnovare continuamente quelle emozioni e renderle ancora generative anche a distanza di anni (generative di stimoli, di ulteriori associazioni, ecc.) ?

Lo ammetto: trovare la risposta fu facile, perché era in qualcosa che da anni costituiva il mio primo “strumento” e incubatore creativo e di emozioni.

       Taccuino di Rino Panetti. Budapest 2017

Voglio condividere con voi questa pratica, illustrandovela passo per passo. Sono sicuro che ne trarrete benefici significativi.

  1. Scegliete un taccuino che vi ispiri, nelle forme, nel tipo di carta, nei motivi in copertina, negli odori
  2. Portatelo con voi nel vostro viaggio
  3. Di fronte ad ogni scorcio, paesaggio, momento, pensiero, colore, odore, suono, sguardo che vi colpisce, aprite il vostro taccuino e scrivete di getto le vostre emozioni, come a rincorrerle con la penna. Lasciate fluire libero mente, cuore e…penna. Vedrete che a fatica riuscirete a fermarvi.
  4. Se volete, scattate ora una foto da collegare a quelle pagine appena scritta.
  5. Si tratta di una foto scattata non per pubblicarla in un social, non per gli altri, ma per voi.

A quel punto, quando vorrete rivivere quell’emozione, non sarà la foto – da sola – a riaccendere quegli slanci, sarà invece quel vostro scritto!
Il ricordo di ciò che c’era intorno a quella foto e le emozioni che ne deriveranno ogni volta che la rivedrete dureranno lo spazio di pochi istanti; se invece tornerete a rileggere quel taccuino, allora il ricordo subito si rifarà vivo, il tempo si dilaterà (semplicemente, il tempo della lettura consentirà, in primis, questo), vi scoprirete a soffermarvi su singole parole e frasi e ad associarle con altri fatti accaduti prima o in seguito. In questo modo entrerete in uno spazio generativo, il vostro spazio. Una generazione di sentimenti, emozioni…e talvolta anche idee!
Del resto, il mio racconto “Empari” (con il quale vinsi un premio letterario) scaturì proprio da un percorso di questo tipo.

La pratica che vi ho appena descritto ruota intorno alla metodologia nota come “journaling”. Per chi desidera avere qualche indicazione in più al riguardo, può trovare qualcosa in questo mio precedente articolo.

Rino Panetti

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