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Il populismo, l’ascolto e il cambiamento. Guida all’ascolto per generare vero cambiamento (lettura in 3 min)

Il populismo, l’ascolto e il cambiamento. Guida all’ascolto per generare vero cambiamento (lettura in 3 min)

Rino Panetti

Giugno 7th, 2018

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Oggigiorno c’è un gran parlare di “populismo”. Recentemente poi in molti hanno accostato il concetto di “populismo” a quello di “ascolto dei cittadini”…magari per generare cambiamento.

Diciamolo subito: non mi sento di dare una risposta alla domanda “Cosa è il populismo”. Perché non mi interessa, perché è inutile, perché non ne ho le competenze.

Però mi sento di entrare nel tema: “Ascolto dei cittadini per generare cambiamento”. Ci entro per evitare che si parli di questo tema in modo…populista 🙂

Vediamo dunque:
un amministratore (di un territorio, di un’organizzazione…) come dovrebbe impostare l’ascolto dei cittadini (o dei suoi collaboratori) per generare vero cambiamento (ossia un cambiamento che sia win-win)?

1) Chi?

Il primo punto coglie un aspetto in realtà semplicemente preliminare: se ci si limita ad ascoltare le voci di chi conferma le nostre convinzioni, non si sta veramente ascoltando. Occorre andare a ascoltare anche coloro che hanno idee diverse dalle nostre, coloro il cui pensiero ci infastidisce o rischia di mettere in discussione le nostre convinzioni, anche coloro che sono distanti (pure territorialmente) da noi, smettere di ipotizzare sui pensieri degli altri e andare ad ascoltarli dal vivo.

Se non si fa questo, è inutile proseguire con i punti successivi


2) Come?

Individuato quindi Chi ascoltare (punto 1), per essere vero ascolto occorre poi che esso sia libero dai pregiudizi. Deve essere un ascolto in cui si sospende il giudizio, in cui non si va alla ricerca di ciò che conferma i nostri modelli mentali, in cui si parte da questo presupposto/predisposizione da assumere: “E se l’altro avesse ragione?”

Nella metodologia nota come Theory U tutto ciò si traduce in un ascolto con mente aperta (sospendere il giudizio), cuore aperto (mettersi veramente nei panni dell’altro e vincere la voce del cinismo) e volontà aperta (vincere la voce della paura).

Se non si fa questo, è inutile proseguire con i punti successivi

 

3) Una domanda nasce spontanea

Ok, ma non aleggia forse ora nell’aria una domanda? Ad esempio questa:

Un amministratore può limitarsi ad ascoltare le istanze degli amministrati e rispondervi…o non dovrebbe forse meglio anticipare tali istanze, vedere cose che ancora gli altri non vedono, passare dal GESTIRE gli amministrati, al GUIDARE gli amministrati, fino all’ISPIRARE gli amministrati?
E se ci interessa giungere a questo terzo livello, come deve diventare l’ascolto?

Se non ci poniamo questo dubbio, è inutile proseguire oltre

4) Co-Ascoltare

Il punto precedente ci apre finalmente le porte al senso più profondo dell’Ascolto per un amministratore: per generare vero cambiamento in una collettività (territori, organizzazioni, …) l’ascolto non può essere solamente quello del leader verso i suoi amministrati, bensì deve essere un “ascolto insieme”, deve essere l’ascolto della collettività verso se stessa (le dinamiche profonde che la caratterizzano, ecc.) e verso l’esterno!

Un leader deve generare questa profonda capacità nella sua collettività: la capacità di ascoltare insieme, di vedersi (come collettività) da visuali diverse, sospendendo il giudizio, il cinismo, la paura e aprendo mente, cuore e volontà.

Tutto ciò può sembrare vago o solo teorico o solo utopistico, ma ahivoi (se pensate questo) non è così: la metodologia Theory U insegna esattamente come fare questo e quali sono i passi da seguire, dall’ascolto all’azione: Co-Iniziare, Co-Sentire, Co-Ispirarsi, Co-Creare, Co-Evolvere. Cinque passi da fare, descritti dalla metodologia Theory U lungo una U.

 

5) Al cuore dell’ascolto

E allora, se i precedenti quattro punti ci hanno convinto, cosa possiamo mettere al cuore di questo Ascolto? Di quale Ascolto stiamo parlando e a quale Ascolto dobbiamo puntare se ci interessa generare cambiamento win-win?
Ebbene, anche qui Theory U ci dà una risposta tanto chiara quanto efficace.
La risposta è in un termine, coniato da tale metodologia: Presencing. Si tratta di un “termine intraducibile in italiano ma che può essere ricondotto all’unione di due parole, sentire e presenza:
* Sentire: connettersi alle nostre più alte potenzialità future (nostre, del nostro team, della nostra organizzazione, della nostra comunità, a seconda dei casi)
* Presenza: portare il futuro ‘qui e ora’. (“Theory U, Learning Organizations, Design Thinking. Strategie, strumenti e tecniche per l’innovazione profonda” FrancoAngeli, 2017)

Pensateci, non è questo l’Ascolto che ci interessa? Arrivare ad ascoltare il futuro e portarlo qui, ora. Per realizzarlo! E allora…evitiamo di parlare dell’ascolto in modo populista…

Per approfondire

Per approfondire la metodologia Theory U, le strategie e strumenti da essa proposta (nonché capire come integrarla con altre importanti metodologie come Design Thinking, Learning Organizations, Pensiero Sistemico, ecc. ) e i principi e le pratiche dell’ascolto profondo, se volete potete consultare il mio volume Theory U, Learning Organizations, Design Thinking. Strategie, strumenti e tecniche per l’innovazione profonda” FrancoAngeli, 2017 (nel link potete trovare tutto il primo capitolo del volume, l’indice e altre informazioni)

…e per qualsiasi dubbio o confronto, non esitate a scrivermi. Sarà un piacere…dialogare!

Rino Panetti

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