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Mescola Chef e Maghi, aggiungi un pizzico di Tolkien…e avrai i segreti della creatività e del successo. Lettura 5′

Mescola Chef e Maghi, aggiungi un pizzico di Tolkien…e avrai i segreti della creatività e del successo. Lettura 5′

Rino Panetti

Gennaio 18th, 2019

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Io le chiamo “Inspirational Journeys”, passeggiate esplorative al di fuori dei propri campi abituali. Hanno un valore decisivo per i processi creativi: interrompono l’abituale flusso e punto di osservazione del nostro lavoro e lo contaminano con stimoli inaspettati, sorprendenti, illuminanti.
Quando torno da queste “passeggiate esplorative” il mio taccuino gronda di idee nuove, spunti, energie.
Può essere sufficiente un pomeriggio ogni tanto: la visita a una mostra, una camminata nel verde seguendo un percorso insolito, parlare con una persona con esperienze molto diverse dalle nostre…
Certo, non basta semplicemente “staccare”, occorre predisporsi a un ascolto generativo: pronti a meravigliarsi, accantonare giudizio e cinismo, lasciando comunque sullo sfondo della nostra percezione le sfide creative che stiamo affrontando.

Sarà per questo che quasi mai, quando partecipo a congressi o eventi inerenti le mie attività (management e illusionismo), esco da quelle full immersion con spunti creativi veramente dirompenti. Certamente essi hanno una utilità “tecnica” o di sostegno a percorsi creativi dentro gli stessi schemi. Ma dobbiamo concederci l’opportunità, di tanto in tanto, di alimentare la nostra capacità creativa di orientata a stravolgere i presupposti. E questo accade trovando il tempo di uscire dai propri ambiti e restando connessi…

Tra le mie Inspirational Journeys, da oramai 5 anni stanno avendo un ruolo importante le “passeggiate” nel mondo della cucina e del gelato. Milano, Longarone, Palermo, Rimini… ogni volta l’immancabile taccuino sembra aprirsi a dismisura per accogliere pensieri “nuovi”.
Questa volta è accaduto addirittura prima che l’evento avesse inizio. In vista di Identità Golose 2019 mi sono concesso un pomeriggio di letture al di fuori dei miei campi.
Sono così incappato in un bell’articolo di Gabriele Zanatta (per Identità Golose 2019) a Roberto Restelli, ex direttore della Guida Michelin Italia.
L’articolo presenta i punti cardine della splendida Lectio Magistralis tenuta da Restelli al Master della Cucina italiana a Creazzo (VI).
Le sue considerazioni sono un condensato di spunti e un’occasione unica per confrontare due mondi in cui la creatività è centrale: cucina e arte magica (in una ricerca di diversi anni fa, l’illusionismo è stato valutato come il mestiere più creativo). E’ un confronto che mi ha aperto squarci inaspettati. Vediamolo in brevi passaggi, basandoci proprio sulla lectio magistralis di Restelli:

LA MATERIA PRIMA:
Restelli: “…Bisogna ricordare che il protagonista non sei tu ma l’ingrediente, che deve potersi esprimere. … La materia prima è un pozzo inesauribile che va esplorato fino in fondo
Qui il mio primo “wow”! In magia la materia prima essenziale è invece proprio l’artista, il mago! Gli oggetti che lui utilizza (corde, carte, monete, palline, …) non hanno una vera “Storia”, non hanno sapori, sensazioni, da trasmettere al pubblico (e non è certo ciò che si può ad esempio raccontare sulle carte da gioco il fattore decisivo in tal senso).
E’ il mago il fulcro, è lui a decidere quale sarà la storia “nuova” che vorrà regalare al pubblico. E questa “narrazione” nasce non dagli oggetti che usa, ma dalla sua storia personale.
Ovviamente anche lo chef riverserà negli ingredienti la sua personalità, il suo tocco unico, ma ciononostante quegli ingredienti hanno di per sé una loro “nobiltà” che non può essere ignorata o sacrificata.

Se allora il mago è la “materia prima” basilare, come aver cura di questa “materia prima”?
Qui cucina e arte magica tornano ad avvicinarsi e a rafforzarsi vicendevolmente. Vediamo:

CONTAMINAZIONI:
Restelli: “Nel corso del mio mandato, ho cercato di allargare i parametri francesi di assegnazione delle stelle, elargendo anche stelle eretiche per lo spirito dell’epoca. ‘La stella è nel piatto’, si è sempre detto, io ho cercato di andare oltre, di valutare altri fattori. Ricordo che ai primi test d’assunzione, i francesi mi chiedevano cosa c’entrasse il fatto che avessi studiato filosofia. Mi ritenevano troppo saggio per essere utile. La materia mi ha aiutato ad allargare e aprire il pensiero, gli stessi scopi che si prefigge questo Master … Non pensate solo alla cucina; investite nella vostra formazione culturale. Musica, arte, poesia: cercate sempre un livello ulteriore.”.
Il prestigiatore, in quanto “materia prima” basilare del suo spettacolo, deve curare costantemente questa “materia prima”: vivere di contaminazioni, come detto prima, è essenziale.
Ricordo quando avevo 16 anni: finalmente riuscii a comprare un attrezzo magico molto noto ai prestigiatori (“palla zombie”). Pensai di possedere oramai la chiave del successo. Ma quella era solo una palla. Dovette arrivare una mostra su Magritte (… inspirational journey) per poter finalmente lasciare sullo sfondo la palla (dimenticarla) e aprire uno spazio creativo nuovo proprio con quella palla.
Eccoci così a un terzo punto.

DIMENTICARE PER RICORDARE:
Defendente Febbrari dice di Roberto Restelli: «… è una delle persone più eleganti e corrette che conosca. Ha dato dignità e capacità a un intero comparto. Dimenticare è una benedizione, mettere in riserva il cervello regala grandi benefici». Il concetto di oblio era proprio  il tema della lectio magistralis di Restelli: “Dimenticare per ricordare. La cucina, un messaggio antico che ha radici nel passato”.
Dimenticare non solo per ricordare però. Dimenticare (ossia, lasciare sullo sfondo) per generare opportunità creative, per aprire nuove connessioni, per ampliare al massimo il “cosa potremmo essere”, prima di passare al “cosa dovremmo essere”.

LA RITUALITA’:
Restelli: “Nel 1996 abbiamo assegnato una stella al Joia di Milano, eliminando una volta per tutte l’idea che vegetariano fosse sinonimo di penitenziale
Dobbiamo stare attenti a giudicare il futuro con gli occhi del passato.
Sia chiaro: il passato è fondamentale, ma occorre capire come farlo diventare vera spinta verso il nuovo. Se riduciamo il passato a “modelli mentali” da perpetuare pure in contesti oramai cambiati, stiamo facendo un pessimo uso del passato. Peggio: stiamo spacciando per “passato” ciò che non è veramente il “passato” ma solo modelli mentali.
Qui il mondo dell’arte magica regala esempi istruttivi: ad esempio, oggi molti prestigiatori di una certa età non riescono ad accettare il fenomeno dei giovani maghi su youtube (i quali, tra l’altro, hanno migliaia di followers), additandolo come dannosissimo per la magia, la sua storia… In realtà, quei prestigiatori non stanno parlando del passato dell’arte magica, ma solo di modelli mentali. L’essenza di questa arte non è nei “media” con cui si diffonde e si tramanda, ma in ben altro. Lo stesso Houdini stravolse il modo di comunicare l’illusionismo…continuando però ad onorarlo.
Sto assistendo a fenomeni simili nel mondo del gelato: la mia amicizia con Stefano Grandi, visionario imprenditore presidente di Motor Power Company e creatore di Gaya Gelato (azienda operante nel mondo del gelato, guidata con chiari e distintivi Missione, Valori e Visione, orientata all’innovazione nel rispetto del territorio e dell’Uomo. Un’amicizia che mi ha portato a scrivere due libri sull’innovazione e la leadership, nei quali proprio il caso Gaya rappresenta uno dei fili conduttori) mi ha fatto comprendere come, in virtù di uno sbandierato “rispetto del passato”, si finisce in realtà con perpetuare modelli mentali che: 1) nulla hanno a che fare con l’essenza di quel Passato; 2) fanno perdere opportunità che invece – ne sono certo – gli antichi gelatieri avrebbero colto prontamente, se solo ne avessero avuto la possibilità!

DESIDERABILITA’:
Restelli: “La cucina si muove sempre tra bisogno e desiderio. Come spiegava Cervantes, ‘La salsa più buona al mondo è la fame’. Ma un ristorante deve intercettare anche il desiderio: era Guy Savoy a dire che ‘La cucina è l’arte di trasformare in gioia prodotti ricchi di storia’.
Concetto verissimo. Gli economisti parlano di bisogni, ma per avere successo occorre lavorare sui desideri.
La “desiderabilità” è il concetto a cui anche i maghi dovrebbero porre massima attenzione. Invece oggi c’è questa tendenza dei prestigiatori a calcare la mano sul fatto che la magia trasmetta il concetto del “nulla è impossibile”. Proviamo invece a cercare ispirazione fuori dal proprio mondo, ad esempio, ascoltiamo Tolkien. Come scrissi per un articolo per Magia Moderna e argomentai in un mio talk al Convegno “Masters of Magic” a Saint Vincent, il più grande scrittore di fantasy, il padre de Il Signore degli Anelli, diceva che il suo mestiere non aveva a che fare con il “possibile” o “impossibile”; ad esempio, quando egli leggeva le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie leggeva cose impossibili, che però non accendevano il suo desiderio…invece le storie del nord Europa avevano per lui un appeal diverso.
Proprio appoggiandoci alla visuale di Tolkien, potremmo analogamente dire che la Magia non ha tanto a che fare con l’impossibile quanto con il DESIDERABILE: la Magia che è in grado di risvegliare il desiderio, e soddisfarlo, giungendo addirittura ad acuirlo in modo ‘insopportabile’, avrà un senso sempre, anche nel futuro. Questo è dunque il nostro compito: proporre una magia in grado di accendere un “desiderio” nel pubblico.

REGALO DELLA MAGIA ALLA CUCINA:
Prima di avviarmi alla conclusione di questo esercizio di “bi-contaminazione” (termine che ho introdotto nel mio primo libro e che sta ad indicare una contaminazione tra due campi – cucina e magia, nello specifico – in grado di dare benefici ad entrambe le discipline), desidero regalare agli amici del mondo dell’arte culinaria questa citazione, molto usata dai prestigiatori per descrivere la differenza tra un prestigiatore esperto (“il vecchio maestro stregone”) e uno alle prime armi e per ammonire questi ultimi sull’importanza di curare la propria crescita, di non improvvisare senza conoscenza. Il brano è tratto dall’Apprendista Stregone (Faust, Goethe):
Il vecchio maestro stregone se ne è andato via finalmente per una volta! Ed ora i suoi spiriti dovranno pur rivivere secondo il mio volere! … Ed essi accorrono! L’acqua scorre sempre più forte nella sala e sugli scalini. Che acque spaventevoli! – Oh signore e maestro! Ascolta il mio grido! – Oh signore, il bisogno è urgente! Quelli che io richiamai, gli spiriti, non riesco più a dominarli!”

REGALO DELLA CUCINA ALLA MAGIA:
Ed ecco invece, nelle parole anche di Restelli, l’ultimo regalo della cucina alla magia. Ogni prestigiatore saprà attribuire il giusto senso a queste parole:
Lasciatemi chiudere quest’intervento con due citazioni. La prima è di Gaston Bachelard: «Certe ‘rêverie’, viaggi nel sogno, sono ipotesi che ampliano la nostra vita mettendoci in contatto con l’universo’. Così dev’essere l’esperienza in un ristorante, un viaggio. Che deve seguire, con Anne Carson, una sola regola: «Tornare sempre diversi da come si è partiti

Buon viaggio, evviva la cucina, evviva la magia!

Rino Panetti

PS: Avvertenza finale.
Ora attenzione: non pensate che organizzare un evento in cui un cuoco cucina e un mago esegue un numero magico significhi creare corto circuiti creativi o contaminazioni. Perché questo accada occorre molto, molto altro…

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